L’Isfol, Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori, ha condotto una ricercanell’ambito della rilevazione nazionale PLUS (Participation, Labour, Unenmployment Survey), arrivata alla sesta edizione, in cui tra gli intervistati vi erano anche lavoratori e lavoratrici con disabilità. Sono molti gli aspetti interessanti emersi dall’indagine Isfol, di cui vi vogliamo presentare i punti salienti:
• avviamento al lavoro – rispetto al biennio analizzato nella quinta edizione di PLUS, si è riscontrato un aumento di circa mille unità degli avviamenti al lavoro, che sono arrivati a toccare quota 22mila. Un avviamento tuttavia non è un’assunzione vera e propria, anche se il lavoro deiCentri per l’impiego e gli strumenti di collocamento mirato hanno iniziato a funzionare, almeno nelle regioni del centro-nord.
• nord e sud – anche per le persone disabili la tipologia di contratto più diffusa è quella concontratto a tempo determinato per quanto riguarda il nord Italia, mentre al sud continua a prevalere quello a tempo indeterminato, ma il tasso di disoccupazione è molto più elevato. Sul totale degli avviamenti al lavoro, nel biennio 2010-2011 il 10,9% ha avuto luogo nel Mezzogiorno, il 34% nel nord-est, il 33,1% nel nord-ovest e il 21,6% al centro.
• uomini e donne – l’indagine Isfol non ha inserito i dati di genere, ma una recente ricerca Fish ci dice che le donne disabili, oltre a possedere in media meno titoli di studio della scuola secondaria superiore e universitari, lavorano per il 2% nella fascia compresa tra i 15 e i 64 anni, mentre per gli uomini la percentuale sale all’8%.
• Italia – in linea generale la cultura della disabilità nel mondo del lavoro si sta gradualmente diffondendo, anche se restano le pesanti discrepanze tra nord e sud del Paese, e tra uomini e donne. Sarebbe interessante approfondire i dati includendo le tipologie di disabilità, sia fisica che intellettiva.